negativo

Il tipo più comune di pellicola fotografica per uso amatoriale. Produce unÆimmagine con valori tonali invertiti, cioè quel che è chiaro diventa scuro e quel che è scuro diventa chiaro (trasparente). Diventa perciò impossibile rivedere la scena originale osservando il semplice fotogramma che si è scattato, e bisogna necessariamente stamparlo su carta fotografica e così facendo invertirlo di nuovo al fine di produrre una stampa positiva. Le stampe da pellicola negativa hanno il vantaggio di poter essere osservate facilmente, basta tenerle sotto la luce e non occorre un proiettore come nelle diapositive, e di poter essere incorniciate o trasformate in poster (dopo lÆingrandimento). Rispetto alle diapositive, la pellicola negativa ha una maggiore sensibilità quando si fotografano soggetti che uniscono componenti molto chiare e molto scure, però la ricchezza di colori è minore in ragione del processo di stampa che limita la varietà cromatica. Il sistema di creazione della fotografia è identico a quello delle diapositive: la pellicola vergine viene inserita nella macchina fotografica e viene impressionata dalla luce circostante, fotogramma per fotogramma, ogni volta che si scatta una foto. Le immagini "impressionate" sulla pellicola vanno quindi sviluppate mediante speciali componenti chimici e fissate in modo definitivo sulla pellicola medesima. I negativi costano meno in termini di sviluppo, ma sono complessivamente più cri perché bisogna necessariamente aggiungere anche la spesa per la stampa. Da un singolo negativo si possono ricavare molte stampe anche di formato diverso. Il formato tipico di una stampa amatoriale è di 10 x 15 cm. Le pellicole negative vengono solitamente fornite in rullini da 12, 24 e 36 fotogrammi (detti anche pose).

Glossario dei termini dell'informatica a cura di Roberto Mazzoni
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